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Quando si presenta una sensazione di sofferenza intensa e spesso drammatica, anche in uno o più dei membri della famiglia allargata. Quando anche la normalità di una vita vita costruttiva e le abilitò in gioco nelle relazioni interpersonali diventano insostenibili. I disturbi di questo tipo possono anche essere non riconosciuti dalla persona che, invece li ritiene piuttosto un modo di essere. Per questo spesso la stessa persona non chiede aiuto allo specialista. A volte puo risultare di aiuto una segnalazione anche da parte di amici o familiari.  I disturbi più frequentemente associati sono abuso di alcol o farmaci, comportamenti violenti o autodistruttivi, ansia, de­pressione, ma anche sintomi transitori di tipo psicotico. Queste persone sono spesso vissute come "difficili" da chi sta loro accanto, per la fatica di far fronte a paure irrazionali, a richieste eccessive, all'inosservanza delle prescrizioni e a denigrazioni rabbiose.

La diagnosi dei disturbo di personalità si basa sull'osservazione di schemi di comportamento rigidi e ripetitivi che causano sofferenza e compromettono il funzionamento sociale, schemi di cui spesso ,come abbiamo già detto, non ha piana consapevolezza.

Alcuni "tratti" dei disturbi di personalità sono per esempio: l'idealizzazione, la svalutazione, la vanità, gli scoppi d'ira, la noia, la seduttività, i cambiamenti rapidi di emozioni, il senso di devastazione di fronte alle critiche, il bisogno di essere speciali e unici, i fallimenti dell'empatia, infedeltà, l'ipervigilanza, le idee di riferimento, i manierismi stravaganti, la dipendenza affettiva, non essere intraprendenti, il sentirsi deva­stati quando una relazione affettiva finisce, l'essere perfezionisti o irresponsabili, l'essere troppo sottomessi o distaccati, non sopportare di stare da soli, il desiderare l'accettazione e temerne il rifiuto, il risentirsi per il controllo degli altri o criticarne l'autorità.

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